RACCOMANDAZIONI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI ANDROLOGIA PER CONOSCERE E PRESERVARE LA FERTILITÀ MASCHILE.
PREMESSA
L’INFERTILITA’ DI COPPIA E’ L’INCAPACITA’ DI UNA COPPIA SESSUALMENTE ATTIVA CHE NON UTILIZZA METODICHE ANTICONCEZIONALI DI OTTENERE GRAVIDANZA ENTRO UN ANNO (WHO,2000).
INTERESSA CIRCA IL 15% DELLE COPPIE: UNA SU OTTO PER LA PRIMA GRAVIDANZA ED UNA SU SEI PER LA SECONDA (EAU Guidelines on Male Infertility, 2013).
LA FERTILITA’ DELLA COPPIA E’ OBBLIGATORIAMENTE E INELUDIBILMENTE LEGATA ALLA BUONA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA DEI DUE PARTNER.
E’ COMUNEMENTE ACCETTATO CHE L’INFERTILITA’ DI COPPIA E’ ASCRIVIBILE NEL 40% DEI CASI A PATOLOGIE DELL’APPARATO SESSUALE E RIPRODUTTIVO FEMMINILE, IN UN EQUIVALENTE 40% DEI CASI A PATOLOGIE DELL’APPARATO SESSUALE-RIPRODUTTIVO MASCHILE E, INFINE, A UN 20% DI PATOLOGIE “MISTE” CHE COINVOLGONO ENTRAMBI I PARTNER. NE CONSEGUE CHE IL MASCHIO E’ RESPONSABILE O CORRESPONSABILE DI INFERTILITA’ IN ALMENO IL 50% DEI CASI.
APPARE EVIDENTE CHE LA PRIMA PREOCCUPAZIONE DEGLI SPECIALISTI DELLA RIPRODUZIONE DEBBA ESSERE QUELLA DI STUDIARE LE CAUSE DELL’INFERTILITA’ PER POTERLE, LADDOVE POSSIBILE , ELIMINARE E/O POTER ELABORARE ADEGUATI PROBLEMI DI PREVENZIONE.
IN SECONDA ISTANZA , LA MEDICINA , ANCORA UNA VOLTA ATTRAVERSO LO STUDIO DEI DUE COMPONENTI DELLA COPPIA, DEVE ATTIVARSI PER OTTIMIZZARE LE PUR INSUFFICIENTI RISORSE RIPRODUTTIVE DELLA COPPIA INFERTILE VALUTANDO OVVIAMENTE L’ETA’ DEI DUE PARTNER AL FINE DI RENDERE ANCORA POSSIBILE IL CONCEPIMENTO NATURALE.
IN TERZA ISTANZA, OVE L’OTTIMIZZAZIONE NON ABBIA SORTITO LA RISOLUZIONE DEGLI OSTACOLI INDIVIDUATI PER UN CONCEPIMENTO NATURALE, SI RENDE DISPONIBILE ALLA COPPIA UN ITER DI PMA DI VARI LIVELLI IN BASE ALL’INVASIVITA’ BIOLOGICA E ALLA COMPLESSITA’ TECNOLOGICA NECESSARIA.
APPARE EVIDENTE CHE LO STUDIO QUASI ESCLUSIVAMENTE DEDICATO ALLE PATOLOGIE FEMMINILI , COME DIMOSTREREMO DI SEGUITO, INFICIA LA VALIDITA’ DEI RISULTATI NON SOLO RIGUARDO ALLA RISOLUZIONE O ALL’OTTIMIZZAZIONE DEI PARAMETRI RIPRODUTTIVI DELLE COPPIE, MA RENDE PIU’ FREQUENTEMENTE NECESSARIO IL RICORSO A TECNICHE DI PMA, ANCHE QUANDO QUESTO POTREBBE ESSERE EVITATO, ANDANDONE PERALTRO A DIMENSIONARE NEGATIVAMENTE I RISULTATI.
VOGLIAMO DARE PARTICOLARE RISALTO AL FATTO CHE QUESTA CONDOTTA OBBLIGA LE DONNE A PERCORSI BIOLOGICAMENTE E UMANAMENTE ASSAI PIU’ IMPEGNATIVI CON AUMENTO DELLA PROBABILITA’ DI COMPLICANZE.
INFINE, I COSTI ECONOMICI DEL RICORSO ALLA PMA QUANDO NON E’ NECESSARIA COME PURE I COSTI ECONOMICI DEI RISULTATI NON SODDISFACENTI LEGATI ALLA MANCANZA DI STUDIO DEL FATTORE MASCHILE , INCIDONO IN MODO SIGNIFICATIVO SUI BILANCI E SUI POSSIBILI COSTI PER LA COLLETTIVITÁ. .
CIO’ DETTO, LA SOCIETA’ ITALIANA DI ANDROLOGIA (S.I.A.) SI RIVOLGE AI COMPETENTI LIVELLI AMMINISTRATIVI E LEGISLATIVI DEL MINISTERO DELLA SALUTE AVANZANDO DELLE PROPOSTE DI SOLUZIONE DELLE QUALI VENGONO ILLUSTRATE LE MOTIVAZIONI CHE HANNO SPINTO E SPINGONO TUTTORA QUESTA SOCIETA’ A FARSI CARICO DEL PROBLEMA DELLA FERTILITA’ MASCHILE E I VANTAGGI MEDICI, ECONOMICI E POLITICI A LIVELLO DELLA POPOLAZIONE CHE POTRANNO DERIVARE DALLA ADOZIONE DELLE PROPOSTE SIA. SI ALLEGA LA RELATIVA DOCUMENTAZIONE BIBLIOGRAFICA SCIENTIFICA .
(1) MOTIVAZIONI DELLE RICHIESTE
STATO ATTUALE DELLA FERTILITA’ MASCHILE: Dal registro della PMA dell’Istituto Superiore di Sanità risulta come il fattore maschile sia responsabile del 50% dei casi di infertilità di coppia ma come questo non venga adeguatamente studiato al fine di individuare le patologie maschili di volta in volta responsabili (Tav 1),
Tav 1
Infatti, nella “ RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA SALUTE AL PARLAMENTO SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE CONTENENTE NORME IN MATERIA DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA (LEGGE 19 FEBBRAIO 2004, N. 40, ARTICOLO 15) - Attività anno 2013 centri procreazione medicalmente assistita - Utilizzo dei finanziamenti (artt. 2 e 18) anno 2014 : a proposito di infertilità maschile si legge soltanto: l’infertilità maschile quando è basso il numero degli spermatozoi sani o quando si hanno problemi con la funzionalità spermatica tali da rendere difficile la fertilizzazione dell’ovocita in condizioni normali.
Quindi, di tutte le pratiche di PMA che si realizzano in Italia, non si sa quali patologie maschili abbiano condotto o concorso a condurre le coppie ai centri di PMA, e tanto meno se queste patologie siano state trattate, poiché la legge obbliga solamente in parte, come vedremo , i centri di PMA ad avere una consulenza andrologica . Solo la presenza dell’Andrologo può consentire di avere un dettaglio nosologico andrologico e non una dizione generica di “fattore maschile” e quindi la possibilità di trattare eventuali patologie maschili con i vantaggi che di seguito riportiamo (“La nostra pratica clinica e di ricerca ci dice che:”) e di non evitare questo studio ricorrendo tout court alle pratiche di PMA . Infatti, una delle ragioni di questa insufficiente ricerca è rappresentata dal sempre più facile ricorso alle pratiche di PMA che hanno permesso di aggirare gli ostacoli “naturali” rappresentati da alcune anomalie dello sperma (42).
LINEE GUIDA CONTENENTI LE INDICAZIONI DELLE PROCEDURE E DELLE TECNICHE
DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA Art. 7 - Legge n. 40/2004 LINEE GUIDA 2015
ACCESSO ALLE TECNICHE (Articolo 4, legge n. 40/2004): Certificazione di infertilità o sterilità, ai sensi del comma 1: La certificazione dello stato di infertilità o sterilità per l'accesso alle tecniche di riproduzione assistita è effettuata dal medico Responsabile del centro o dagli specialisti medici di volta in volta competenti, quali:
- uno specialista in genetica medica, per le patologie genetiche;
- un ginecologo, per le patologie femminili;
- un endocrinologo con competenze andrologiche, ovvero un urologo con competenze andrologiche per le patologie maschili;
Come si vede non è indicato l’obbligo di presenza andrologica dopo la certificazione di stato di infertilità o sterilità
Inoltre, la legge non prevede la presenza dell’Andrologo come specialista di riferimento maschile indispensabile (**)per l’accreditamento di un centro di PMA:
REQUISITI MINIMI PER L’AUTORIZZAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE PER L’ATTIVITÀ DI PMA Integrati con quanto previsto dall’accordo del 15/03/2012, recepito con DGR 972/2013
Tra i requisiti organizzativi specifici per i Centri di PMA di II° livello: presenza di un medico specialista in ostetricia e ginecologia, con comprovata esperienza specifica (PMA di 2° livello) di almeno 5 anni post-specializzazione indicato quale responsabile della struttura e delle attività espletate. Solo(**) nel caso di una banca del seme dedicata esclusivamente allo stoccaggio ed alla conservazione, autonoma ed indipendente rispetto ad un centro di PMA, può essere indicato quale responsabile della struttura e delle attività espletate un urologo, endocrinologo, andrologo o biologo/ biotecnologo con esperienza in seminologia.
Tra i requisiti organizzativi dei Centri di PMA di III° livello: quanto previsto per il 2° livello più un medico specialista in ostetricia e ginecologica esperto in laparoscopia e tecniche di PMA di 3° livello ed un medico specialista in anestesia. Un/a ostetrico/a o infermiere/a con competenze di assistenza di sala operatoria.
IN TALE CONTESTO SI COGLIE UNA LACUNA NORMATIVA CHE NON PREVEDE, QUALE CONDIZIONE NECESSARIA, LA PRESENZA DELL’ANDROLOGO NEPPURE NEI CENTRI CHE EFFETTUANO PRELIEVI CHIRURGICI DI SPERMATOZOI IN ANESTESIA GENERALE IN MASCHI AZOOSPERMICI.
INOLTRE:
-Visita di leva abolita , quindi maschi mai sottoposti a controlli salvo casi di patologie; progressivo incremento di uomini giovani con disordini della sessualità, di per sé ostativi alla possibilità di una riproduzione fisiologica;
-Consultori senza Andrologo e pochi presidii ambulatoriali andrologici pubblici sul territorio italiano con difficoltà a individuare i servizi dedicati alle problematiche sessuali-riproduttive maschili;
-Diffusione sempre maggiore di droghe dannose per l’apparato riproduttivo maschile sulle quali esistono gravissime lacune informative o informazioni distorte e/o addirittura menzognere ;
-Gravi lacune informative sulle malattie sessualmente trasmesse, (36-37)
-Diffusa ignoranza sui limiti di età anche maschili per la procreazione naturale o assistita.
LA NOSTRA PRATICA CLINICA E DI RICERCA CI DICE CHE:
-Studiare(7-20-21) e informare (1) il maschio diminuisce il ricorso alla PMA con ripercussione anche sugli aspetti economici (7-22-23):
Costo dei farmaci: in Spagna è stato calcolato che la spesa farmaceutica per PMA nel 2012 ammontava a 98,7 milioni di euro, di cui il 29% a carico dello stato e il resto dei “consumatori” (31). In Italia nel 2014 la spesa per le sole gonadotropine ammontava a 79.7 milioni di euro, per la quasi totalità a carico dello stato. (32, 33).
Assenze dal lavoro: per la PMA in USA le coppie sterili spendono in media 16,7 giorni di assenza dal lavoro contro 2,4 giorni in caso di altre terapie mediche, nel corso di 18 mesi.(34)
Complicanze dei trattamenti: gravidanze più complesse e aumento dei parti cesarei (56% dei parti da PMA); prematurità (52% dei parti gemellari e 87% dei trigemini); aumento della morbilità e mortalità infantile; aumento dei costi legati all'assistenza ostetrica prenatale e alla successiva terapia intensiva neonatale.(35)
-Studiare ed eventualmente trattare il maschio migliora i risultati della PMA (2-3-4-5-6-7-20-21-24-25) con minori problemi per la donna.
-Studiare il maschio fa emergere patologie latenti (patologie genetiche, cancro testicolo ecc.), poiché è dimostrato che il maschio infertile spesso ha altre patologie non diagnosticate fino al momento degli studi per l’infertilità (38-39-40-41).
-Valutare e visitare un uomo è più semplice che valutare e visitare una donna e fornisce un maggior numero di informazioni talvolta anche senza ricorrere a esami strumentali ( es. ecografia addominale obbligatoria per la donna). Risulta ,quindi anche più economico.
-Studi italiani (144.000 visite di prevenzione andrologica effettuate 1992-2010 : Gontero, Maione, Menchini Fabris e Rizzotto, Mondaini,Mondaini e Maggi,Palmieri e Mirone, Papini, Rizzotto, Turchi, Vecchio, Zenico,Zenico e Coll.) dimostrano come nei maschi di età compresa tra i 13 e i 18 anni sottoposti a visita andrologica si rilev un 25-30% di patologie andrologiche molte delle quali producono effetti negativi sull’apparato sessuale e riproduttivo . Molte di queste potrebbero essere evitate (prevenzione) o fortemente palliate (diagnostica precoce) con visite andrologiche in età specifiche come sopra esposto (8-9-10-11-12-13-14-15-16-17-18-19).
(2) COSA PROPONE LA SOCIETA’ ITALIANA DI ADROLOGIA:
*Per la figura professionale di Andrologo, nel caso di Colleghi che non abbiano acquisita una specializzazione in Andrologia presso le Scuole di specializzazione statali nel periodo nel quale queste esistevano, si rimanda alla definizione data dal C.U.N. riportata nella bibliografia
3)DIVULGARE ATTRAVERSO I MEDICI DI MEDICINA GENERALE E I PEDIATRI DELLE RACCOMANDAZIONI PONDERATE PER LA CONOSCENZA E LA PROTEZIONE DELLA FERTILITA’ MASCHILE E LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE CHE POSSONO INTERFERIRE NEGATIVAMENTE CON ESSA.
FERTILITA’ MASCHILE
--La fertilità maschile è legata all’integrità dei testicoli fin dal periodo della gravidanza: vanno tenuti presenti i rischi dei fitoestrogeni , delle adulterazioni alimentari e ambientali che potrebbero , attraverso la madre, colpire l’embrione o il feto ( per il dettaglio delle sostanze nocive si rimanda alla bibliografia :26-27)
--La fertilità maschile è legata a un controllo delle patologie della primissima infanzia che possono colpire l’apparato sessuale o riproduttivo: testicoli ritenuti o mobili, fimosi, ipospadie ecc., attraverso azioni di prevenzione o diagnostica precoce. Per questo si consiglia:
Controllo gestazionale ecografico e clinico alla nascita dei genitali esterni maschili con registrazione adeguata nella documentazione clinica.
Controllo del normale inizio dello sviluppo puberale: consigliate visite a 10-12 anni da parte dei Pediatri con l’eventuale ricorso a un secondo livello specialistico andrologico
Controllo del normale completamento della pubertà: visite consigliate a 14-15 anni da parte dei Pediatri con l’eventuale ricorso a un secondo livello specialistico andrologico
Controllo in età adulta: se un adulto che non ha mai procreato e pensa di volerlo fare anche se non nell’immediato futuro, non si è mai sottoposto ad una visita , può effettuarla a qualsiasi età anche se è in apparente buona salute generale e sessuale poiché questo non garantisce di per sé la fertilità. Questa sarà anche occasione di informazioni preziose: MST, età e fertilità, ecc. Anche per questo motivo è indispensabile la presenza di un Andrologo presso i Consultori.
COSA PUO’ NUOCERE ALLA FERTILITA’ MASCHILE
Alimentazione: l’obesità riduce i livelli di testosterone totale e di LH; con conseguenti alterazioni della qualità del seme, essendo nei soggetti obesi più frequente il riscontro di oligo-azospermia, riduzione del volume dell’eiaculato e della concentrazione nemaspermica.
Un programma di dieta con esercizio fisico, finalizzati alla graduale perdita di peso possono essere efficaci nel migliorare i parametri seminali dei soggetti obesi. Al contrario, un dimagrimento troppo rapido può, paradossalmente, portare a un ulteriore deterioramento della qualità seminale. Si è anche rilevato che la presenza di pesticidi (tetracloruro di carbonio, pentaclorofenolo, diazinone ecc) produce alterazioni qualitative dose dipendenti.
Diete ricche di grassi saturi riducono la concentrazione spermatica mentre un’elevata assunzione di omega-3 è correlata positivamente a una morfologia spermatica normale.
[43].
Attività sportiva eccessiva o accompagnata da doping: un’attività aerobica o anaerobica breve può determinare un aumento del testosterone sierico, mentre l’esercizio moderato/intenso > 2h causa un iniziale aumento seguito da una progressiva riduzione del testosterone a livelli inferiori al baseline [44].
Gli androgeni introdotti dall’esterno a scopo di doping sopprimono la spermatogenesi, riducono il volume testicolare, con infertilità per feedback negativo sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi. Le alterazioni della spermatogenesi sono usualmente reversibili una volta sospesa l’assunzione del prodotto dopante , ma il ripristino della normale funzione gonadica può tardare anche due anni, in funzione del tipo di preparato, delle dosi e della durata di assunzione del medesimo.
Si segnalano anche ginecomastia, calo della libido e disfunzione erettile da utilizzo di anabolizzanti [45].
Fumo di sigarette a base di tabacco: l’abitudine al fumo si associa a una riduzione della conta spermatica e della motilità, oltre che ad un aumento delle morfologie atipiche, delle aneuploidie e un danno del DNA spermatico per aumento dello stress ossidativo [46,47].
Utilizzo di di marijuana e di altre sostanze stupefacenti: la marijuana, se assunta con frequenza, comporta alterazioni analoghe a quelle indotte dal tabacco, infatti più di 1/3 dei consumatori di cannabinoidi presenta oligospermia.
Inoltre la cannabis ha tempi di eliminazione più lunghi di quelli del tabacco, pertanto le anomalie del liquido seminale durano più a lungo. Vi è inoltre una ridotta produzione di testosterone per inibizione della secrezione pulsatile di GnRH a livello ipotalamico sia per azione diretta delta-9-tetraidrocannabinolo sull’ipotalamo sia sulle cellule luteotrope attraverso il legame con il recettore degli endocannabinoidi. L’azione dei tetraidrocannabinoidi si ha anche a livello testicolare con ridotta produzione di testosterone e conseguente interferenza sulla spermatogenesi. Frequenti inoltre calo della libido, DE e ginecomastia [48].
Abuso di alcool: l’abuso di tale sostanza porta a situazioni di franco ipogonadismo per tossicità sia a livello testicolare sia a livello ipofisario, ma anche il consumo abituale comporta un progressivo peggioramento della fertilità maschile che risulta essere dipendente sia dalla dose e dalla durata dell’assunzione. Le alterazioni sono in parte reversibili con l’astensione.
Utilizzo di droghe tutte, nessuna esclusa: la cocaina, con rapporto tra consumatori uomini/donne di 3,8:1, produce riduzione della conta spermatica. Spesso l’uso di questa droga si associa a comportamenti promiscui (più partner e rapporti non protetti che favoriscono la trasmissione di infezioni sessualmente trasmesse) e al consumo di altre sostanze [48,49].
COSA E’ LO SPERMIOGRAMMA?
L’esame seminale è un punto cardine nell’iter diagnostico dell’infertilità maschile . Purtroppo lo spermiogramma è esame a valore prognostico limitato per variabilità inter-individuale e per la sovrapposizione dei valori (concentrazione, motilità e morfologia) tra soggetti fertili e infertili [50,51]. In base a tale premessa si rendono necessari almeno due esami consecutivi a distanza si tre mesi per definire dispermico un individuo (secondo indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS). Altrettanto variabile è l’esperienza dell’operatore e la validità degli strumenti utilizzati. Ogni maschio di coppia infertile deve comunque essere valutato clinicamente (42)
La Regione Toscana ha già in atto un controllo esterno per quei laboratori pubblici o convenzionati che abbianoun settore seminologico al fine di migliorare i risultati attraverso il confronto e la supervisione. L’esperienza altamente positiva e non particolarmente onerosa spinge a richiedere un simile adeguamento sul territorio nazionale: uno spermiogramma mal fatto può infatti indurre a iter di PMA inutili, con tutte le intuibili conseguenze umane, biologiche ed economiche.
E’ indicato quindi fare due esami del liquido seminale, eseguiti correttamente in laboratori certificati con biologi della riproduzioni dedicati, seguendo le indicazioni date dall’OMS in merito alla fertilità di un uomo. (28, 29)
Spermatogenesi, maturazione e transito degli spermatozoi lungo la via seminale richiede un periodo di circa 70 giorni; pertanto l’esame del liquido seminale deve essere eseguito a distanza di tre mesi da precedenti problemi clinici, con particolare riferimento a episodi febbrili e lontano da pratiche quali utilizzo di saune o bagni turchi e dopo un’adeguata un’astinenza sessuale ( 3-5 giorni come da indicazioni OMS), usando contenitori privi di sostanze spermiotossiche. Il campione di liquido seminale deve essere prodotto in loco; se viene raccolto a casa deve essere consegnato al laboratorio, in modalità protetta, entro al massimo un’ora dal momento della raccolta (30).
(3) VANTAGGI DELLE RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DALLA SOCIETA’ ITALIANA DI ANDROLOGIA PER PRESERVARE LA FERTILITA’ DELLA POPOLAZIONE MASCHILE ITALIANA
LA FECONDAZIONE ETEROLOGA
La sentenza della Corte Costituzionale dell’aprile 2014 ha reintrodotto in Italia la tecnica “eterologa” per la procreazione medicalmente assistita.
Il divieto vigeva dal 2004, quando la legge 40 aveva inserito una serie di proibizioni tra cui questo che ha costretto migliaia di coppie nel decennio scorso a trasferirsi in nazioni vicine in cui la metodica eterologa non è mai stata vietata, "un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica", come recita testualmente la sentenza.
La Corte costituzionale ha precisato che la fecondazione eterologa può essere eseguita solo nel caso "sia stata accertata l'esistenza di una patologia che sia causa irreversibile di sterilità o di infertilità assolute".
Sarebbero già circa 9000 le coppie italiane infertili in attesa di poter praticare la fecondazione eterologa.
Dopo dieci anni in cui la tecnica non è più stata eseguita in Italia, è ora possibile effettuarla, ma sarà sicuramente necessario risolvere alcune questioni rilevanti come la necessità che il donatore sia selezionato da una banca dati accreditata che permetta di escludere con certezza il contagio di malattie infettive o di trasmissione di malattie genetiche.
Emergono anche problematiche di bioetica, come ad esempio la possibilità che il previsto anonimato del donatore di “gameti” o di “embrioni” sia contrario al diritto del nascituro di conoscere il proprio genitore genetico.
In Italia si è sviluppato un vasto dibattito ed anche la Società Italiana di Andrologia (SIA), attraverso il suo Presidente prof. Franco, si è attivata, di concerto con altre società scientifiche, per effettuare delle proposte e giungere ad una moderna normativa sui corretti comportamenti sanitari da praticare.
All’inizio di settembre la Conferenza Stato-Regioni ha promulgato una propria direttiva per la pratica della fecondazione eterologa che riprende a grandi linee il regolamento che per prima ha emanato la Regione Toscana. Il Ministro della Salute inoltre ha più volte espresso la sua volontà che il Parlamento proceda rapidamente a mettere mano alla materia disciplinandola con una legge nazionale.
In questa ottica la SIA con SIFES, AOGOI, CECOS, SIAMS, SIDR, SIERR, SIFR, SIOS, AGUI, in pratica le società scientifiche più attive nel campo della fertilità di coppia, ha preparato delle “Linee guida condivise per la donazione di gameti” che rappresentano il riferimento scientifico più attuale ed anche una prima base di lavoro per chi vorrà occuparsi di una più ampia disciplina legislativa della materia.
I NUMERI DELLA FECONDAZIONE
Coppie che ricorrono al primo livello delle tecniche di PMA: più di 19.000
Coppie che ricorrono al secondo ed al terzo livello delle tecniche di PMA: più di 44.000
Quanti bambini nascono con tecniche di PMA ? Ogni anno almeno 12.000
Cicli di fecondazione che si effettuano in Europa: più di 350.000
Probabilità di riuscita per le tecniche di primo livello: 12-14%
Probabilità di riuscita per le tecniche di secondo e terzo livello: 22-30% (Dati: 2010)
Coppie in attesa di Eterologa in Italia oggi: più di 1.000 (Dati: 2014)