Da molti anni i pediatri hanno incluso nel loro bagaglio culturale e nella pratica clinica il concetto di “bilancio di salute” che significa controllare in periodi prestabiliti, al di fuori di malattie acute in atto, i bambini in modo globale verificando il corretto sviluppo fisico e psichico. Questa filosofia parte dal presupposto teorico che per ogni patologia esista un’età ottimale per la sua prevenzione e/o individuazione che, in genere, coincide con l’età migliore per un tempestivo intervento terapeutico. E’ un’ottica chiaramente preventiva che può essere trasferita anche a periodi più avanzati dello sviluppo (18-20) e all’età adulta, basata sull'importanza della diagnosi precoce delle patologie, determinante per aumentare le opportunità terapeutiche e ridurre gli effetti negativi (prevenzione secondaria).